Le Maestre Aikikai: Cristina Aiolli

 

CRISTINA AIOLLI

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L’INTERVISTA.

 

Quando e perché hai iniziato a praticare Aikido? Racconta il primo ricordo da Aikidoka che ti viene in mente.

“Ho iniziato a fare Aikido per caso, senza sapere cosa fosse. Ero studentessa universitaria e avevo accettato un lavoro come segretaria presso un’azienda di traslochi: sostituzione maternità. Stavo seduta in ufficio 8 ore al giorno e poi fino alle due di notte a casa, a studiare. “Quando finisco, devo assolutamente fare qualcosa per il mio corpo: ho bisogno di muovermi!”. Le mie cugine, Mariarosa e Simonetta – quelle che alla fine degli anni ’80 nell’Aikikai venivano chiamate “le gemelle”, anche se fra loro ci sono 5 anni di differenza – avevano cominciato a settembre del 1985 a praticare Aikido e ne erano entusiaste: “Dai, vieni anche tu! Ci si diverte un mondo! ...” E così a febbraio del 1986 sono arrivata al dojo: un sottoscala di un liceo fiorentino, zona S. Salvi (più che la chiesa ai fiorentini viene in mente l’omonimo ex ospedale psichiatrico … e noi un po’ matti probabilmente lo eravamo davvero). Niente docce e per spogliatoio lo sgabuzzino in cui venivano accatastati i banchi e le sedie rotte. Una fila di tatami da montare e smontare ogni volta, stretti tra colonne. Ho cominciato a ridere e non ho più smesso. Quando smetterò di ridere sul tatami, smetterò anche di praticare Aikido. Non capivo niente, destra, sinistra, gira ... ma mi muovevo e mi divertivo, con quello strano Maestro Federico che diceva: “Fare, fare, non pensare! Come normale…”. La seconda sera venne il M° Hosokawa, che all’epoca passava regolarmente da Firenze e si accontentava di farci lezione, in quelle condizioni precarie, senza pretendere compensi ... “Lei, molto principiante” il suo commento nei miei confronti. La nostra è stata una generazione molto fortunata. Abbiamo avuto la possibilità di praticare con il M° Hosokawa, il M° Fujimoto, addirittura con il M° Ikeda e poi a Firenze tornavano ogni tanto, anche i Maestri Nomoto e Yamanaka che avevano lasciato la città da poco. L’estate, poi, il mitico raduno di Coverciano, sotto la guida del M° Tada, riuniva aikidoka da tutto il mondo e le lezioni al Centro Tecnico e le serate al Campeggio di Fiesole o i ritrovi improvvisati in città o a casa nostra rimangono tra i ricordi più belli della mia pratica. A proposito di Maestri, poi, non posso tacere della mia privilegiata esperienza in Germania, al dojo di Asai Sensei. Anche questa frutto di un caso fortunato. Era il 1989 e avevo vinto un posto di “assistente di lingua italiana all’estero” per un anno scolastico. La maggioranza dei miei colleghi richiedeva Friburgo, vicina all’Italia, Monaco, Berlino. Io invece, conoscevo una famiglia a Düsseldorf e quindi scelsi Düsseldorf e mi venne assegnata. Allo stage al “Saini” di Milano mi avvicinai al Maestro Asai e gli chiesi l’indirizzo del dojo, perché ad aprile mi sarei trasferita in Germania. “Augustastraße, 36 a me sconosciuta, ma… “Postleitzahl 40477”. Era lo stesso codice postale della famiglia che mi avrebbe ospitato “Lennéstraße”. Certo, era dietro l’angolo!?! Due minuti a piedi!?! E così mi sono allenata 4 volte la settimana al dojo e spesso ho seguito il Maestro nei suoi stages in tutta la Germania, quell’anno “di passaggio” come lo definiscono i tedeschi “die Wende” e poi nei primi anni della

Germania unita, dal 1992 al 1994, quando ero lettrice all’Università di Bonn, ma avevo scelto comunque di continuare ad abitare a Düsseldorf per praticare aikido.”.

 

Raccontami il momento in cui hai preso la decisione di insegnare.

“Anche la mia decisione di insegnare è arrivata per caso. Ero stata da poco licenziata da un lavoro che doveva essere a tempo indeterminato e quindi avevo molto tempo a disposizione. Mia cugina Mariarosa, nel frattempo diventata moglie del M° Marino Genovesi, mi gira la richiesta di un’allieva del dojo di Pietrasanta, donna di teatro, trasferitasi a Siena. C’è un dojo, c’è il tatami, c’è un piccolo gruppo di allievi principianti, ma manca l’insegnante. “Dai, Cristina! Prova!” “Ma, io!?! Non ho mai fatto un corso principianti neanche da allieva, figuriamoci da insegnante!?!” Accetto la sfida. Ad aprile cominciamo con due lezioni pomeridiane: 4 allievi, teatranti, e Piero, insegnante di yoga e Feldenkrais, che gestisce il centro “Arte e movimento”. A inizio giugno le lezioni devono interrompersi, perché gli attori iniziano la loro tournée. Piero, però, è entusiasta e decide che a settembre partirà un corso serale: martedì e giovedì. Incredula, accetto la proposta e diventa sempre più impegnativo, quando comunque ricomincio a lavorare: lezione dalle 20:30 alle 22:00 un’ora di strada - non bella, sì, paesaggisticamente incantevole, ma il fondo stradale dell’Autopalio … – un’ora all’andata, anzi di più, perché per uscire da Firenze alle sette di sera ... E un’ora a tornare, cerca parcheggio. E d’inverno è freddo, fa buio presto, a volte in mezzo alla nebbia, l’ennesima interruzione di carreggiata ti porta a vagare nella campagna toscana … Comunque, sempre, ancora oggi dopo 14 anni abbondanti, ogni volta che torno da Siena, dopo l’allenamento, ho più energia e un umore migliore di quando sono partita. Per continuare la storia del dojo, dopo un anno andato bene, in cui eravamo affiliati all’Aikidokai Firenze, ho deciso di prendere anche la responsabilità del dojo e quindi è nata l’Aikikai Siena.”.

 

Pensi che talvolta le donne siano oggetto di discriminazione sul tatami?

L’omo gli è l’omo”, per ridirla con Federico. Beh, quando ho iniziato a praticare le donne responsabili di dojo erano attorno all’1%, forse: Mimma insegnava già, credo, Donatella non ancora … C’era sicuramente più machismo e il tatami, talvolta, diventava il luogo di approcci, più o meno scoperti, qualche volta fastidiosi, ma per fortuna ho saputo sempre cavarmela bene, e ricordo soprattutto tante risate. In generale, forse, i maschi hanno la tendenza a prendersi troppo sul serio, a marcare il territorio, a dimostrare la loro presunta supremazia. Ci sono però anche esemplari meravigliosi e sta anche a noi educare chi fa ancora fatica a rispettarci, oppure semplicemente, isolarli. Forse l’età mi ha portato a essere più diretta e a dire più spesso: NO, grazie. Dopo 50 anni di vita della nostra Associazione il livello di pratica è molto cresciuto e ci sono tante donne bravissime, anche non responsabili di dojo. È stata proprio la voglia di dare visibilità a bravissime aikidoka che mi ha portata a organizzare lo “Stage delle Maestre”: volevo che più persone possibili vedessero che anche le donne possono sedere dal lato del kamiza e lo sanno fare egregiamente. Ho scelto di invitare tre donne molto diverse, per provenienza, carattere ed esperienza: Anna Degani, Manuela Gargiulo, Donatella Lagorio, ma la capacità che hanno di osservarsi, ascoltarsi, confrontarsi, crea nel loro stage un’atmosfera unica, di vera, grande, preziosa armonia. Anche il Kinensai è stata una bella occasione per scoprire o riscoprire l’aikido di tante brave aikidoka. Mi auguro che l’Aikikai sponsorizzi sempre di più il lavoro di tutte noi e che insieme possiamo crescere e continuare a divertirci.”.

 

Quali, tra i tanti, aspetti dell'Aikido caratterizzano la tua Scuola?

“A definirla “Scuola”, addirittura con la “S” maiuscola, mi viene da ridere, tanto per cambiare. Credo di trasmettere nel mio aikido quello che ho avuto la fortuna di ricevere in tanti anni di pratica e in particolare l’apertura, la spontaneità e una buona dose di ironia, soprattutto autoironia, con cui ci ha cresciuti Federico, il mio primo Maestro. “Spirito libero” si definiva e a ragione! Il nostro dojo a Firenze è sempre stato aperto a tutti, chiunque poteva fare lezione, fin da subito, ci ha portato in giro per l’Italia dai suoi amici, anche molto diversi fra loro, da Marino a Pietrasanta, da Ubaldo Chiossi a Bologna, siamo andati insieme agli stages del Maestro Fujimoto, del Maestro Hosokawa e del Maestro Tada. Non ci ha mai impedito di seguire altri Maestri. E con i suoi discorsi spesso strampalati ha saputo trasmetterci valori preziosi, nel rispetto di ognuno. Vederlo ancora oggi “pattinare” sul tatami, muoversi con una naturalezza unica, fa bene agli occhi e all’anima. Beh, io non sono Federico – ci mancherebbe – “L’omo gli è l’omo” – una delle sue massime, ma come donna cerco di percorrere questa Via meravigliosa, aperta al mondo e a chi mi sta accanto, cercando di sentire e far sentire, più che di teorizzare. Credo che nella mia pratica e quindi anche nel mio ruolo di insegnante ci siano i frutti di tanti Maestri e praticanti, incontrati su tanti tatami e quindi l’assoluta convinzione che non ci sia solo un modo possibile di fare una tecnica. “Anche possibile”, ripeteva sorridente il M° Hosokawa.”.

 

Progetti per il futuro.

“Progetti per il futuro: sicuramente continuare a praticare “fino a 100 anni”, come dice Tada Sensei, come allieva. Come insegnante … vediamo, per fortuna i ragazzi sono cresciuti e stanno crescendo: c’è sempre più nero nel dojo … Auguro comunque a tutti tanta voglia di imparare e buon divertimento!”.

SCHEDA PERSONALE:[2]

 

Attualmente III Dan Aikikai d’Italia

Insegna in Toscana a                                     Siena

Nome Dojo:                                                   Aikikai Siena

Indirizzo:                                                       53100 Siena (SI) - Via Carlo Pisacane, 28-30 - c/o Centro "Garyu" Tel.:                                                             3337467367/3486004436

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Martedì         20:30 - 22:00

Giovedì          20:30 - 22:00

 Giovedì         21:30 - 22:00 Jo e bokken

BIOGRAFIA:[3]

 

Cristina Aiolli ha cominciato a praticare aikido nel 1986 a Firenze con il Maestro Federico Misseri, 5° dan Aikikai d’Italia. Fin dall’inizio ha partecipato ai raduni tenuti dai Maestri giapponesi della Direzione Didattica in Italia e all’estero: il Maestro Tada Sensei – allievo diretto del fondatore O’ Sensei Ueshiba, 9° dan, Direttore di Aikikai d’Italia – e i Maestri Fujmoto e Hosokawa, Vice-Direttori Didattici. Nel 1989 si trasferisce per lavoro in Germania, dove continua la pratica nel dojo del Maestro Asai, allievo diretto di O’ Sensei, 8° dan e Direttore di Aikikai Germania. Da lui ottiene il grado di 2° kyu. Rientrata in Italia, riprende la pratica a Firenze e continua a partecipare ai raduni dei Maestri giapponesi. Nel 1998 ottiene il grado 1° dan dal Maestro Fujimoto, nel raduno di fine anno a Milano. Nel giugno 2011 ottiene il 2° dan dal Maestro Marino Genovesi, 6° dan Aikikai d’Italia, a Pietrasanta.

Insegna aikido dal 2004 e nel 2005 ha ottenuto la responsabilità del dojo “Aikikai Siena”. Continua ad allenarsi anche a Firenze e a partecipare ai raduni organizzati dai Maestri Aikikai in Italia e in Germania.



[1] (la Mª Cristina Aiolli con il Direttore Didattico dell’Aikikai Germania M° Katsuaki Asai. Fonte: www.garyu.it)

[2] Fonte: www.aikikai.it

[3] Fonte: www.garyu.it

Lezioni e Raduni:

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