Le Maestre Aikikai: Beatrice Testini

BEATRICE TESTINI

Beatrice e il Maestro Tada[1]

 

L’INTERVISTA.

 

Quando e perché hai iniziato a praticare Aikido?

“Ho cominciato a praticare aikidō nel 1995, dopo 23 anni di danza classica e un anno di Karate. Avevo appena finito l'università di architettura a Firenze, con il massimo dei voti e un sacco di aspettative, ma nessun indirizzo preciso. La realtà lavorativa mi parve subito deprimente rispetto all'idea che mi ero fatta durante il corso di studi e mi ritrovai in un ufficio davanti al computer per otto ore al giorno. Caddi in una specie di depressione e mi sentivo incastrata in un vicolo cieco senza comunque idee e strategie per venirne fuori. Con la danza avevo sospeso per via dello studio e del lavoro e per il fatto che ormai, a 25 anni, ero considerata troppo "vecchia" per una carriera e troppo avanzata per corsi amatoriali. Insomma era proprio l'ora di cambiare!

Ad ogni modo ero abituata ad allenarmi tutti i giorni da quando ero una bambina e una ginnastica qualsiasi non mi soddisfaceva per niente, avevo bisogno di muovermi e di trovare un senso a quanto avevo fatto fino ad allora e alla mia vita in generale.

Per fortuna in quel periodo, rientrata a Padova, frequentavo Lorenzo (adesso anche lui istruttore a Roma) che già aveva sentito parlare dell'aikido da un amico più grande con il grado di I kyu. Cominciò un mese prima di me, e mi convinse a provare una lezione. A differenza del Karate, l'aikidō mi sembrò da subito più adatto, diciamo che fu un amore a prima vista: ritrovavo morbidezza, eleganza, fluidità dei movimenti e un senso profondo, che non verteva in spettacoli di alcun genere. E poi, finalmente, anche se avevo gia ventisette anni...non ero più così vecchia!

Insieme, io e Lorenzo, non solo frequentavamo i corsi a Padova, ma ci allenavamo anche a Venezia e a Mestre, e poi da soli, al mare, in montagna, sugli argini dei fiumi. Ovviamente, da subito cominciammo a frequentare più stage possibile, soprattutto quelli del maestro Tada.”.

 

Raccontami il momento in cui hai preso la decisione di insegnare.

“Durante i raduni del maestro Tada mi era evidente l'efficacia del suo metodo di insegnamento: un giorno, a pranzo con Lorenzo e un altro amico aikidokā, venne fuori l'idea di un dojo dove si potesse seguire quel sistema di allenamento. A dire il vero erano loro ad insistere. Però Lorenzo abitava già a Roma, e solo io, rispetto all'altro compagno, avevo il grado necessario per farlo. Ma come potevo lasciare il mio maestro, allora ero allieva del maestro Gaspari, (una forza della natura!), e prendermi questa responsabilità?

Gli argomenti furono messi sul tavolo: non c'erano scuole Aikikai nel centro di Padova e avrei potuto sperimentare l'allenamento consigliato dal maestro Tada, ma magari, speravo, continuare anche a seguire le lezioni del maestro Gaspari.

Così andai a parlargliene e lui mi disse che ero libera di farlo e che avrei potuto continuare a seguirlo. Così nacque il Katsura dojo.

Questo nome, suggeritomi dal mio maestro di shodō, Norio Nagayama, significa dojo dell'albero meraviglioso: in linea con quanto nel frattempo stavo già facendo come mestiere: i giardini.

In effetti però, ripensando a quando ero piccola, che non giocavo con le bambole come una bambina normale, ma facevo loro lezioni di danza, come mettere la testa, i piedi, le braccia, con una certa comprensibile perplessità da parte dei miei genitori, credo che la cosa sia in realtà venuta e fuori e stata colta al volo..dal mio subconscio...!”.

 

Pensi che talvolta le donne siano oggetto di discriminazione sul tatami?

“Nei tanti dojo che ho frequentato negli anni, il fatto di essere donna non mi ha mai fatto sentire in qualche modo discriminata. Anzi, succedeva piuttosto il contrario: pensando di non riuscire ad essere efficace, perché di corporatura più esile e più leggera, andavo giù durissima con le leve, soprattutto praticando con i compagni più grossi, senza rendermi conto che le leve, quando entrano, fanno male anche con la forza di un bambino. Con il tempo ho capito che la sensibilità percettiva andava affinata con più cura, in ogni ambito della pratica.”.

 

Quali, tra i tanti, aspetti dell'Aikido caratterizzano la tua Scuola?

“Questo della pulizia dei sensi, che è alla base della capacità percettiva è uno degli aspetti che ho più a cuore, uno studio che si approfondisce in particolare durante i Kinorenma. Ma ovviamente ogni parola del maestro Tada è continuamente oggetto di ricerca per me. E quindi della pratica di tutto il Katsura.

Ci sono cose che dice molto spesso. Il fatto misterioso e sorprendente è che tante di queste cose si capiscono razionalmente, ma in realtà non si comprendono. Ecco, non è facile da spiegare, ma certe volte alcune sbocciano, come fiori che a lungo vediamo ma restano solo li chiusi ad aspettare. Beh quando sbocciano si capisce bene. Non è come descrivere a parole una pesca. È come mangiarla!

Poi, ciò che ritengo essenziale è un'accurata ricerca della precisione delle linee, poiché credo che le geometrie dell'aikidō siano state messe a punto da O Sensei in modo tale da trasmutare i corpi, in microcosmi perfetti. Strumenti accordatissimi in grado di cogliere l'armonia universale, di goderne e di farne partecipe chi gli è accanto. Detta così sembra chissà che...ma forse è "semplicemente" la condizione necessaria per ottemperare al "nostro giuramento" quotidiano, quello cioè vivere una una vita da "autentico essere umano".

Ciò che ho personalmente potuto constatare nel mio percorso fin qui è che la pratica assidua dell'aikidō ha nel tempo guidato le mie scelte anche nella vita. Quanto era oscuro si è piano piano chiarito in me, anche professionalmente, permettendomi di trovare ciò che era più adatto alle mie potenzialità e di svilupparlo.

Anche per questo la continua ricerca della giusta stabilità e di un buon equilibrio, fuori e dentro il tatami, è senz'altro alla base di quanto mi propongo di raggiungere e di trasmettere.”.

 

Il primo ricordo da Aikidoka che ti viene in mente e progetti per il futuro.

“Quando ripenso alle prime lezioni di aikido, ricordo soprattutto le sensazioni: vedevo il maestro fare una tecnica e mi sembrava di aver capito, ma quando era il momento di ripetere il buio era totale. Era la destra, o la sinistra? ... qual era il piede avanzato? ... ha girato di qua o di là? Per me abituata ad osservare passi di danza anche numerosi e a ripeterli senza difficoltà era uno smacco totale che mi ha costretto a tornare punto e a capo. Lo rammento spesso. Tornare punto e a capo, con se stessi è come prendere consapevolezza, abbandonare ogni falsa certezza e rimettersi in gioco.

Solo che va fatto ogni giorno. Perciò questo è il mio ricordo, ma anche il mio progetto.”.

SCHEDA PERSONALE:[2]

 

Attualmente V Dan Aikikai d’Italia

Insegna in Veneto a                                       Padova

Nome Dojo:                                                   Katsura

Indirizzo:                                                       35121 Padova (PD) - Via S.Francesco 127/1 - c/o Opide Sport club

Tel.:                                                                3475867889

Email:                                                            Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Link:                                                              www.katsuradojo.blogspot.com

 

Lunedì           13:00 -14:30   Aikido-aikiken-aikijo

Martedì         13:00 -14:30   Aikido-aikiken-aikijo

Mercoledì      18:30 -19:30   Aikido-aikiken-aikijo

Giovedì          13:00 -14:30   Aikido-aikiken-aikijo

Venerdì          19:30 -20:30   Aikido-aikiken-aikijo

 

BIOGRAFIA:[3]

 

V dan dell'Aikikai d'Italia. Ha studiato danza classica per circa vent'anni. Nel 1995 comincia la pratica dell'Aikidō e nel 2002 consegue il I Dan con il m° Hideki Hosokawa responsabile didattico dell'Aikikai d'Italia del centro-sud.

Ha conseguito il V Dan nel luglio 2018.

Pratica Shodō (la via della calligrafia) dal 2002 con il maestro Norio Nagayama: di questa disciplina è IV Dan della Japan Educational Calligraphy di Tokyo.

Le sue opere sono state esposte in mostre collettive e personali in diverse città, fra le quali Tokyo, Venezia, Este, Padova e Forte dei Marmi.

Dal 1996 pratica lo stile della Montagna verde di Tai-chi-chuan appreso dal m° Xu Xin.

È architetto di giardini. Ha pubblicato un articolo sui giardini orientali nella rivista Aikidō (Associazione di Cultura Tradizionale Giapponese) ed altri per riviste e testi specializzati, fra i quali "Il giardino del sogno. Bomarzo in Cina: coincidenze, corrispondenze e analogie fra la Hypnerotomachia e lo Huong-luo mêng", in Il Regno di Giano, AaVv, edito da CasadeiLibri.È coautrice con Sachimine Masui del libro: San sen sou moku. Il giardino giapponese nella tradizione e nel mondo contemporaneo (CasadeiLibri, Padova 2007). È coautrice con Francesco Fonte Basso del libro "Le quattro libertà del giardino" edito da Maestri di giardino editore.

Nel 2007 nominata responsabile di dojo dal Maestro Hiroshi Tada IX Dan, Direttore Didattico dell'Aikikai d'Italia, allievo diretto del Maestro Morihei Ueshiba, Fondatore dell'Aikidō.

 



[1] (la Mª Beatrice Testini con il Direttore Didattico dell’Aikikai d’Italia M° Hiroshi Tada-Fonte: www.katsuradojo.blogspot.com)

[2] Fonte: www.aikikai.it

[3] Fonte: www.katsuradojo.blogspot.com

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