La spada del samurai: arma ma soprattutto simbolo di una ricerca interiore - Il tachi

Il samurai era un guerriero feudale che dedicava la vita a difendere il suo signore, il suo popolo e la sua terra. Gli veniva assegnata una rendita in modo da liberarlo da ogni altra incombenza per lasciarlo pronto a rispondere in armi ad ogni appello. Essendo un nobile combatteva a cavallo, di conseguenza la sua spada era lunga, come quasi tutte quelle adottate dalle cavallerie di ogni epoca. Dai 75 cm in su, spesso intorno agli 80/90 per arrivare a volte ai 120, e molto curva per avere un maggiore effetto di taglio. Questo tipo di spada si chiamava, e si chiama tuttora, tachi.

Sembra che le prime lame di pregio siano arrivate dal continente e precisamente dalla Corea e dalla Cina, ma intorno all'VIII secolo gli artisti giapponesi iniziarono a sviluppare un nuovo tipo di lama: curva appunto, con una sezione pentagonale (shinogizukuri) che gli assicurava notevole robustezza accompagnata da buona elasticità, caratteristiche a volte contraddittorie ma entrambe necessarie. La prima lama conservata che presenti tutte le caratteristiche del nihonto appartiene al tesoro della famiglia imperiale e si chiama kogarasu maru, la spada del piccolo corvo a causa della forma della punta che ricorda appunto il becco di un corvo.

 

Le linee generali della lama rimasero sostanzialmente la stessa nei secoli successivi, salvo la soppressione del controfilo finale, un allungamento delle dimension, l'aumento del raggio di curvaturai e uno snellimento delle proporzioni.

 

 

Il tachi veniva appeso alla cintura con un sistema di lacci, visibili nella prima foto, passanti attraverso due anelli inseriti sul fodero, in posizione orizzontale e con il filo (parte convessa) in basso. Altre sistemazioni sarebbero state d'impaccio al guerriero, che indossava una pesante armatura costruita con criteri molto diversi da quelli occidentali.

 

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