Seiki. (M.Ueshiba)

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Il Dojo Seiki

Il Dojo Seiki:

Onisaburo Deguchi, maestro spirituale di Morihei Ueshiba, scriveva nel Reikai Monogatari che nell' universo esistono due elementi fondamentali: il kaiso, elemento del fuoco, ed il suiso, elemento dell'acqua. Quando kaiso e suiso si combinano, creano una energia dinamica: Seiki.

Il Seiki Dojo è stato fondato a Roma negli anni 90 dal maestro Franco Martufi, è poi passato sotto la guida del maestro Adriano Olmelli. Attualmente lo dirige Manuela Gargiulo, IV dan, assistita da Giovanna Jona Lasinio, II dan.

 

 

 

 

Il tatami:

Il dojo tradizionale giapponese, il luogo dedicato alla pratica di un'arte, è orientato secondo gli assi cardinali. Si pratica su una superfice ricoperta di materassine, detta tatami. Il lato d'onore si trova a nord, e su questo lato si pone in seiza l'insegnante, in un punto chiamato shihandai. Gli allievi si schierano di fronte a lui sul lato shimoza, in ordine di grado: i kohai (allievi juniores) ad ovest, i sempai (allievi seniores) ad est. Sul lato est si collocano gli assistenti (joshu) ed eventuali insegnanti ospiti.

Ove non sia possibile rispettare la disposizione tradizionale si cerca comunque di mantenervisi più possibile vicino.

 

 

 

L'atmosfera del dojo:

Per concentrarsi con profitto nella pratica è bene abbandonare, già entrando nel Seiki Dojo, ogni pensiero estraneo. Abbandonerete  nello spogliatoi anche gli abiti ordinari, vestendo quelli riservati all'aikido.  Al momento di iniziare la lezione, alcuni esercizi di respirazione e di concentrazione vi aiuteranno raggiungere le giuste condizioni fisiche e mentali per una proficua pratica.  La pratica dell'aikido richiede impegno sincero e abbandono di ogni tensione. Il rapporto con gli altri praticanti è di collaborazione  e stimolo e non di competizione, e quello con gli insegnanti è improntato al reciproco rispetto.  Se uscendo dal tatami al termine della lezione ci si sentirà fisicamente e mentalmente rilassati, rigenerati, ricaricati, si potrà concludere di avere proficuamente praticato.

 

 

 

Il rapporto con gli altri praticanti:

Come già detto l'aikido è una arte di relazione, in cui si apprende a interagire anche con chi ha intenzioni aggressive: si pratica assieme, non contro.  I praticanti con maggiore esperienza, sempai, presteranno sempre la loro cortese assistenza ai colleghi meno esperti, kohai, privilegiando l'esempio piuttosto che la correzione o la spiegazione, riservati all'insegnante.  L'insegnante di aikido segue un programma preciso che porta i praticanti, nel corso della loro via, verso livelli più avanzati di equilibrio con se stessi e con gli altri esseri umani. La logica di questo percorso non è immediatamente percepibile al praticante, che comunque inizia ben presto ad avvertirne beneficio.

Lezioni e Raduni:

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